Colpa e innocenza si manifestano come due stati opposti di coscienza: in uno avvertiamo una percezione sottile, flebile ed elegante che ci fa dire: "ho la coscienza a posto"; nell'altro, un monito perentorio, solenne, costantemente attivo, una frequenza ininterrotta e serpeggiante che ci fa sentire "con la coscienza sporca".
Analizzando
in profondità questi due, apparentemente opposti, stati di coscienza
si arriva facilmente a capire che forniscono all'individuo, non solo
la possibilità di crescere interiormente, ma specificatamente si
muovono, se pur opposti, nella stessa direzione.
Colpa
e innocenza non si escludono vicendevolmente, sono come due cavalli
legati insieme che spingono nella stessa direzione a causa di una
forza maggiore che chiamiamo "destino".
Entrambi
variano e si scambiano di ruolo a seconda del tipo di contesto
di appartenenza. Riguardo a questo, possiamo immaginare ad esempio la
condizione vissuta da un ladro. All'interno del suo contesto di
appartenenza dove tutti rubano, per sentirsi innocente, egli dovrà a
sua volta rubare, nel farlo verrà riconosciuto e paradossalmente si
sentirà con la coscienza a posto. La colpa e l'innocenza variano
quindi a seconda del contesto di appartenenza e questo ci apre ad una
visione globale, particolarmente articolata che fa emergere un quadro
drammatico se colleghiamo quanto appena detto alle tremende vicende
che hanno insanguinato la storia dell'umanità.
Chi
è veramente colpevole e chi veramente innocente? Facciamo un passo
indietro, e dal contesto globale, di cui accennato prima, torniamo
all'individuo nel suo contesto relazionale di coppia. Se davvero
vogliamo capire il ruolo della colpa e dell'innocenza nel rapporto di
coppia ad esempio, dobbiamo necessariamente vedere il colpevole come
strumento di crescita per entrambi, dove chi agisce, se pur
inconsapevolmente, in una direzione di rottura, sta inevitabilmente
fornendo gli strumenti per il cambiamento, e se pur doloroso, un
cambiamento ci spinge sempre verso qualcosa di nuovo. E' quindi
chiaro che il colpevole, all'interno del contesto relazionale di
coppia, si prende non sola la colpa ma anche il merito del
cambiamento.
Bert
Hellinger, padre delle costellazioni familiare, analizza con spiccata
intuitività la colpa e l'innocenza, riconoscendo prima di tutto la
vera funzione della coscienza e addentrandosi, in seguito,
nell'intricato labirinto che si spiega, una volta individuata la
reale funzione che svolgono all'interno di noi. Colpa e innocenza
sono funzionali, hanno quindi una funzione specifica che ci spinge a
fare i conti con noi stessi e se ben comprese possono farci evolvere
nella direzione più congeniale, con grande rapidità.
Paradossalmente
è il desiderio di innocenza, all'interno del rapporto di coppia, a
spingerci verso l'immobilità; chi è innocente aspetta che qualcosa
accada prima di muoversi verso una qualche direzione. Inevitabilmente
avrà in questo modo, non solo subito un movimento, ma anche creato
la condizione per cui questo accadesse. Di rimando, verrebbe da
domandarsi: "chi è il vero colpevole?".
Spetta,
in questo modo, a colui o colei che prenderà l'iniziativa, il duro
esercizio della colpa, mentre invece, colui o colei che subisce
l'azione, resterà nell'innocenza fino al momento in cui potrà
compensare sufficientemente l'azione subita. Spesso questa azione è
distruttiva perchè in se contiene una quantità di rabbia
notevolmente maggiore, finalizzata a distruggere il rapporto senza
perdere il proprio stato di innocenza.
Ci
sono persone che mantengono per "esigenza" un continuo
stato di innocenza, e quindi "danno" costantemente senza
accettare nulla in cambio. Queste persone sono destinate a restare
sole perchè non accettano il compromesso della compensazione, nel
quale si manifesta un equilibrio instabile tra dare e avere tra colpa
e innocenza. Inoltre questi soggetti si spingono all'estremo della
propria innocenza in un continuo dare a senso unico fino a rendere
inevitabilmente colpevoli coloro che spinti dal bisogno e dalla paura
si ostinano a ricevere.
L'equilibrio
tra colpa e innocenza, tra dare e ricevere è naturalmente
instabile, come evoca chiaramente l'immagine di un funambolo che si
incammina verso il proprio destino spinto da un'esigenza inconscia e
sorretto da un movimento altalenante tra "dare e ricevere"
in un continuo gioco-forza che mantiene il baricentro nel punto
esatto di intersezione tra due forze opposte.
Queste
due opposte ma inequivocabilmente unite, condizioni della coscienza
umana, ci fanno vedere senza alcun filtro o manipolazione che la
nostra natura è naturalmente complessa e non può essere trascesa
fin quando riconosciamo dentro di noi i vincoli di una coscienza
doppia che si muove camaleonticamente all'interno del nostro piano
relazionale, creando confusione e sofferenza in superficie.
Nell'analisi
e l'osservazione di quelli che, spontaneamente, si manifestano come
naturali aspetti della coscienza umana, non possiamo che riconoscerne
l'autenticità e magari "riuscire" in qualche modo a
sublimarli per mezzo della consapevolezza e quindi dell'esperienza,
senza esserne colti impreparati, rischiando di subirne gli effetti
collaterali.
Ciononostante le parole di Vinsent de Paul - quando disse: "se vogliono aiutarti, stai attento!" - resteranno un chiaro segnale di avvertimento per tutti coloro che si avventureranno in questo mondo.
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