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Visualizzazione dei post da 2017

TRIPALIUM : IL LAVORO NOBILITA L'UOMO?

Il termine lavoro proviene dal latino "labor" che letteralmente significa “fatica"; in altri contesti dialettici è di uso ancora oggi chiamarlo con il termine "travaglio" dal latino tripalium "strumento di tortura".  Il lavoro veniva inflitto agli schiavi e alle persone ritenute colpevoli di essere andate contro le regole del sistema. Per molti secoli è stato sinonimo di schiavitù; nel medioevo il lavoratore era un servo della gleba, i servi erano legati per tutta la vita al padrone, subordinati per ordine gerarchico.   Non si capisce dopo quale strana affabulazione, nel tempo il lavoratore acquistò una sorta di eleganza, un velato rispetto che gli conferì una dignità contraffatta dalla stessa matrice di provenienza. Il lavoro assunse così un ruolo centrale nella vita delle persone; diventò per così dire lo strumento di sopravvivenza senza il quale un individuo non riuscirebbe a sentirsi libero. Dipendenti Dopo alcuni mesi di disoccupazi

"PRENDERE" I PROPRI GENITORI

Il conflitto tra genitori e figli mantiene accesa un’immagine trasfigurata per entrambe le parti. Come guarda il figlio il padre? Come guarda il padre il figlio? Una delle provocazioni più grandi che emerge dall’insegnamento di Bert Hellinger riguarda la capacità di “separarsi” dai propri genitori attraverso l’integrazione delle figure che essi rappresentano. “Ci separiamo da ciò che sentiamo essere in equilibrio”. Quando abbiamo integrato le figure genitoriali, queste si dissolvono in noi lasciando spazio ad un orizzonte. In questo spazio il figlio/a può intuire la proprio missione, facendo emergere senza più alcuna timidezza il talento. Il figlio/a si separa dai propri genitori perchè è consapevole di averli presi con sé. Egli può pensare ad altro, può dedicarsi a tutto il resto. Spesso i genitori sono incompatibili con la possibilità che il figlio/a si separi da loro, così mantengono acceso un conflitto. Vogliono possederli, controllarli, assorbirli. Ecco perchè supe

STANCHEZZA DEL CORPO

Una delle innumerevoli esperienze di sviluppo spirituale si manifesta con la stanchezza del corpo. Non si tratta del sentirsi semplicemente stanchi ma di sentirsi stanchi di avere un corpo . Ogni giorno al risveglio torniamo nella casa presa in affitto e cioè nel corpo, ci alziamo e dobbiamo fare una sequenza di movimenti ed atti finalizzati esclusivamente ad esso. La routine quotidiana per il praticante della disciplina spirituale è territorio di ricerca, il momento di massima esperienza si manifesta proprio al risveglio , quando il corpo spirituale prende coscienza della pesantezza del corpo fisico. Colui che, nell'istante in cui avverte questa difficile relazione, si trova più lontano dal corpo e contemporaneamente presente alle sensazioni, sperimenta uno stato "altro" che nonostante appaia superficialmente come semplice depressione, si manifesta invece come un progresso della nuova forma animica. Dopo avere preso coscienza della vera natura del corpo,

LA NOTTE BUIA DELL'ANIMA

L a fortezza che abbiamo faticosamente creato intorno a noi, come in tutte le realtà auto-sigillanti, contiene in sé un nucleo di perfezione, formatosi dalla stessa pressione di questa ermetezza solidificata. La stessa conchiglia che si chiude al mondo nella propria resistenza, ha coltivato dentro di sé piccoli frammenti di materia estranea, raccolta soprattutto durante gli attacchi da parte dei predatori esterni. Nel tempo questi piccoli frammenti si sono fusi insieme, nel cuore della conchiglia,  formando una meravigliosa perla. Possiamo dire che la perla interiore dell'uomo è composta da infiniti frammenti raccolti durante il lungo viaggio dell'esistenza, attraverso faticose esperienze che vengono digerite dal nostro inconscio, depositando dentro di noi piccoli frammenti. Quello che crediamo di aver rimosso, perchè giudicato negativo, pesante ed infetto, in realtà si deposita. Oltre a generare un nucleo interiore, forma anche una parte oscurata e ricca di contenuti:

I GENITORI: FIGURE INIZIATICHE

Il rapporto con i propri genitori è da sempre visto come un'iniziazione alla vita, due facce di una sola medaglia, la  fusione di una polarità che agisce di continuo. Chi sono i nostri genitori? Nelle  Costellazioni Familiari  ed in assoluto, nel contesto di appartenenza, i genitori sono un passaggio fondamentale ed il primo "ostacolo" che si incontra durante il processo di individuazione. Le persone che richiedono una Costellazione Familiare, nella confusione della propria condizione, nascondono spesso un conflitto con il padre o con la madre. Per questo motivo durante un gruppo di costellazioni c'è la spinta ad entrare in contatto con le figure genitoriali, seguendo gli "Ordini dell'Amore". Le persone si trovano in grande difficoltà nel dover riconoscere coloro che li hanno messi al mondo, come i soli ed unici genitori che hanno. Si ha la sensazione di dover fare i conti con se stessi, con la propria presunzione ed il proprio senso di sup