Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da 2016

LO SVILUPPO DELLA SAGGEZZA

Non si tratta di arrivare ad una comprensione assoluta dell’esistenza;  quello che realmente ci interessa è la scoperta della realtà; una volta che l’oggetto viene osservato per quello che è, di conseguenza possiamo sviluppare saggezza.  Ma che cos’è  ciò che osserviamo? Di cosa si tratta? Sono forme che possiamo suddividere in infinite specie, sostanzialmente due categorie : animato e non animato. Il mondo delle forme appare intorno a noi come un oceano di realtà apparente in costante cambiamento.  A prescindere da quello che noi crediamo un oggetto possa essere, la sua funzione, la storia e quindi la porzione di memorie ad esso associata, la realtà ultima che lo caratterizza è quella dell’impermanenza; che esso sia animato o inanimato la natura intrinseca dell’oggetto osservato non cambia: esso è destinato ad estinguersi da quella forma.  Anche se può sembrare inverosimile, la differenza sostanziale che ci permette di sviluppare saggezza dipende dal modo in cui osser

TIZIANO TERZANI E LA MEDITAZIONE VIPASSANA

(Tratto dal libro “Un indovino mi disse”) 27. Il meditatore della CIA Così c'ero arrivato anch'io. Fermo come un sasso, seduto per terra, a gambe incrociate, con le mani posate una sopra l'altra, all'altezza dell'ombellico, le palme rivolte all'insù, la schiena dritta, le spalle rilassate e gli occhi chiusi, a pensare alla punta del mio naso, a cercare quell'attimo in cui il respiro, fatto lento e leggero, entrando e uscendo, tocca un punto preciso della pelle. Un'ora dopo l'altra. Un giorno dopo l'altro: senza mai dire una parola, mangiando vegetariano – l'ultimo pasto prima di mezzogiorno -, a letto alle nove, senza leggere la pagina di un libro per non distrarsi, cercando di essere sempre cosciente di ogni gesto. Di ogni pensiero, di ogni sensazione. La meditazione: avevo passato mezza vita in Asia e non me n'ero mai occupato. Sentivo di gente che faceva, che andava a questi corsi, ma mi pareva una cosa che n

AFFIDARSI AL DHAMMA

Il dono del Dhamma supera ogni altro dono Nell'antica lingua pāli troviamo un tentativo di racchiudere l’universo del Dhamma nelle parole,  “Sabbādanam dhammadānam jinati” , il dono del Dhamma supera ogni altro dono. C'é qualcosa di inestimabile valore che sfugge alla comprensione della mente ordinaria nonostante la sua essenza si trovi ovunque. Che cos’è il Dhamma?  Prima di tutto è bene chiarire che il termine -Dhamma- e quello  -Dharma- sono la stessa cosa, soltanto viene enunciato in lingua differente e in alcuni casi risente di alcune sfumature nell'insegnamento, provenienti però dalla stessa radice. Per molto tempo e ancora oggi, il significato di questo universale contenuto di saggezza è stato frainteso: il Dhamma  è stato racchiuso all'interno di una ricca cornice carica di orpelli religiosi che inneggiano alla figura del Buddha. Il Dhamma però nella sua profondità non ha nulla a che vedere con il Buddha, non è qualcosa che può appartenere a qua

LA NOBILE VERITA' DELLA SOFFERENZA

La prima nobile verità Il viaggio dell’esistenza, apparentemente interminabile, verso la ricerca di una soluzione, sottoposti alla vecchiaia, alla malattia, incapaci di fermare il tempo, di governare i fenomeni naturali, la fragilità del corpo fisico e  la vulnerabilità della mente, ci conducono a sperimentare la prima nobile verità enunciata dal Buddha. Non si tratta di appartenere ad una qualche religione, nessun Buddha è una religione, ma tutti i Buddha hanno realizzato la propria illuminazione partendo dalla stessa consapevolezza, comprendendo profondamente attraverso l’esperienza diretta che ogni essere vivente in questa dimensione duale che non sia completamente risvegliato, è soggetto alla sofferenza. Quando raggiungiamo la consapevolezza della sofferenza si aprono a noi infinite possibilità. Quello che diciamo interiormente, quell'io soffro, enuncia ancora di più la verità che si nasconde dietro la sofferenza. “Soffro ‘IO’”. Capiamo che quello che sta