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UN BRUTTO VIAGGIO


E’ il 1967, ci troviamo a LosAngeles in pieno movimento di rivoluzione. Le strade delle grandi città americane sono affollate di gente, c’è apprensione per i giovani americani al fronte. I movimenti pacifisti esplorano le infinite possibilità, la generazione beat si fa largo a colpi di penna, i poeti lanciano il loro urlo sulle copertine delle molte riviste tematiche di protesta.
Charles Bukowski ha 47 anni è seduto sulla sua sedia, davanti a lui la macchina da scrivere: gli viene in mente l’LSD perché tanto se ne parla, e comincia a tirar fuori pensieri. A quei tempi l’LSD era usata anche come sperimentazione per alcuni protocolli terapeutici di ordine psichiatrico. Più avanti sarebbe divenuta fuori legge perché ritenuta non idonea in alcun modo, compreso quello di ordine terapeutico.
Questo scritto di Bukowski è dal mio punto di vista “salvifico” specie di questi tempi così atrofizzati e pregni di false morali. Un antidoto alla newage che esplora minuziosamente il campo delle autenticità di chi la vita la vive da dentro. Inutile cercare di interpretare il pensiero di Bukowski; contorsionistico che suscita giudizio e moralità ma che ci offre la possibilità di conoscere un uomo che scelse di vivere partendo da sé e mantenendosi costante dal punto di vista creativo, in qualche modo, fedele agli Dei. Il Cristo ubriacone che non sopporta la vista del male, che attacca, scalcia e colpisce perché su di giri, l’immagine di un poco di buono, un derelitto devastato dalla forza della corrente, che resterà per sempre luminoso nella storia della letteratura. Un autentico mito, nutrito da un perfetto humus di atrocità e genio. La vita di Bukowski scardina la propaganda religiosa sul peccato, ci dimostra che, attraversando l’inferno e mantenendo accesa una luce interiore si raggiunge l’individualità, guadagnandosi il proprio posto nel mondo. L’insegnamento più grande, per quanto mi riguarda, si percepisce nel momento in cui, leggendolo , ci si accorge che gli esseri umani, a prescindere dalla condizione sociale e dal proprio karma, sono provvisti di talenti, capacità innate che servono proprio a scavare profondamente per trovare una via d’uscita. Mantenendosi ben saldi sul proprio sentire, evitando le influenze e non badando al giudizio degli altri, non sempre arriviamo alla meta, ma come dice lo stesso Bukowski: “Qualsiasi forma creativa complessa ti conduce al punto in cui pericolo e miracolo sono come fratelli siamesi. Raramente arrivi al traguardo, ma durante il tragitto hai modo di trovare la via interessante”.

La scelta di pubblicare questo scritto dissonante, capace di dividere e allontanare, vuole essere proprio un modo per mantenermi sulla linea dell’autenticità e mostrare un ritratto il più possibile vicino all’originale volendo indicare che la guarigione passa attraverso scelte coraggiose.

Charles Bukowski morì di una forma fulminante di leucemia a San Pedro nel 1994. Sulla sua lapide vi è incisa un’indicazione: “Don’t try” , “Non provarci”…




Di Charles Bukowski

Ci avete mai fatto caso che LSD e televisore a colori hanno fatto una comparsa simultanea nel mondo dei consumi? due divisioni martellanti e colorate, e noi, cosa facciamo? mettiamo l’una fuorilegge e incasiniamo l’altra. la tivù è una cosa inutile, così com’è oggi, in mano a certa gente. questo è poco ma è sicuro. ho letto sul giornale che durante una recente retata un poliziotto avrebbe ricevuto in pieno viso una bacinella di acido, scagliatagli, si afferma, da un presunto fabbricante di allucinogeni. anche questo è uno spreco. vi sono fondati motivi per mettere fuori legge LSD e affini (questi stupefacenti possono far uscire di senno) ma altrettanto dicasi del raccogliere barbabietole, dell’avvitare bulloni in una fabbrica d’auto,o a lavar piatti o insegnare lettere all’università. se mettessimo fuorilegge tutto ciò che fa diventar matta la gente, l’intera struttura sociale crollerebbe. Il matrimonio, la guerra, i trasporti pubblici, il mattatoio, l’apicultura, la chirurgia, tutto quanto. qualsiasi cosa può far diventar matta la gente poiché la società è fondata su basi false. Finchè non avremmo ribaltato tutto, i manicomi resteranno pieni. E i recenti taglia ordinati dal nostro governatore al bilancio dei manicomi, in California, mi fanno capire che: la società non ritiene suo dovere curare quelli che la società stessa ha fatto impazzire, specie in peridi di strettezze e inflazione e supertasse. Meglio usare quei soldi per costruire strade, o farne piovere qualche sgrullo, leggero leggero, sui negri, tanto per  tenerli buoni, che non diano fuoco alle nostre città. Io ho un’idea migliore: perché non ammazzarli, i matti? pensate quanto denaro risparmiato. Perfino un pazzo mangia e tocca dargli da dormire. Eppoi sono disgustosi: cacciano quegli urli bestiali, lerciano di merda le pareti, e così via. Basta istituire un tribunale medico, che prenda le decisioni del caso, e arruolare qualche bella infermiera (femmine e maschi) per soddisfare i bisogni sessuali degli psichiatri-giudici. ma torniamo più o meno all’LSD. Com’è vero che chi non risica non rosica, è anche vero che più arrischi e più ottieni. Qualsiasi attività creativa complessa, (dipingere, scrivere poesie, svaligiare banche, fare il dittatore e così via) ti conduce al punto in cui pericolo e miracolo sono come fratelli siamesi. Raramente arrivi al traguardo, ma durante il tragitto hai modo di trovare la via interessante. È bello andare a letto con la moglie di un altro ma, lo sai, un giorno o l’altro, sarai colto con le braghe calate. Ciò serve a rendere il fatto più piacevole. I nostri peccati vengon fabbricati in cielo per creare il nostro inferno, di cui evidentemente abbiamo bisogno. Diventa bravo in qualsiasi campo e   ti creai subito dei nemici. I campioni vengono innalzati affichè la folla provi poi maggior gusto a vederli rotolare, battuti, fra la merda, e gode a subissarli di fischi, gli stolti perlopiù la fanno franca. Un vincitore può essere abbattuto da un fucile ordinato per posta (così dice la favola) oppure dal suo stesso fucile da caccia in una piccola città come Ketchum, o come Adolf e la sua puttana farharakiri all’ultima pagina della loro storia. L’LSD può pure farti impazzire perché non è un’arena per leali impiegati delle poste. Certo, l’acido cattivo al pari di una cattiva puttana può metterti fuori gioco. anche il gin fattincasa nella vasca da bagno ha avuto, durante il proibizionismo, i suoi bei dì. La legge crea la propria malattia in velenosi mercati neri. ma, perlopiù i brutti “viaggi” psichedelici sono dovuti al fatto che chi vi s’imbarca era già avvelenato dalla stessa società. Se un uomo ha preoccupazioni, per l’affitto, la rata dell’auto, il cartellino da timbrare, mandare il figlio all’università, portar l’amante a cena in un locale carissimo, l’opinione dei vicini di casa, il bene della patria, mio dio cosa accadrà a Brenda Starr, allora una compressa di LSD lo farà probabilmente impazzire perché, perché in un certo senso, è già pazzo e tira avanti solo perché trascinato dalla corrente, sostenuto dalla routine, intontito da tutto il fracasso che l’esenta dal pensare con la propria testa, per un trip ci vuole uno che non sia già stato messo in gabbia. che non sia stato già inculato dalla grande Paura che, in tal modo spinge avanti l’intera società. purtoppo, molti uomini sopravvalutano se stessi come liberi pensatori. ed è un grosso sbaglio della generazione hippie, non fidarsi di nessuno oltre i 30 anni. Trent’anni non vuol dire un accidenti, molte persone vengono catturate e addomesticate già all’età di sett’ott’anni. Molti giovani SEMBRANO liberi ma si tratta solo di un fatto chimico e energetico che riguarda il corpo e non di una realtà che riguarda lo spirito. Ho conosciuto uomini liberi nei posti più strani e a TUTTE le età (portieri, ladri d’auto, benzinari) e anche alcune donne libere (infermiere o cameriere perlopiù) e di QUALSIASI età. L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino. Un viaggio psichedelico vi mostra cose non soggette ad alcuna norma. Vi mostrerà cose che non sono nei libri di testo e cose contro cui non potete sporgere querela, o reclamare in municipio. l’erba rende semplicemente più sopportabile l’attuale società: l’LSD è invece una nuova società a sé stante. Se tu sei un inserito, puoi pure rubricare l’LSD come “droga allucinogena” e lavartene le mani. ma quel che s’intende per  “allucinazione” varia asseconda di dove ti trovi, ovvero del polo sul quale ti orienti. Qualsiasi cosa ti succede quando ti succede diviene realtà: sia un film, un sogno, un atto sessuale, ammazzare, venire ammazzato o mangiare una pizza.  solo le bugie vengono imposte dopo. quel che succede, succede. Allucinazione è solo un vocabolo, e piedistallo sociale. Quand’uno muore, per lui la faccenda è molto reale; per gli altri, solo una disgrazia o un ingombro da levar di torno. e per questo c’è il cimitero. quando il mondo ammetterà che Tutte  le parti rientrano nel quadro d’insieme, si potra cominciar a sperare. qualsiasi cosa l’uomo vede è vera. Non è mica stata portata lì da una qualche forza estranea: era lì prima che lui nascesse. Non biasimatelo per il fatto che egli adesso la vede, e non date a lui la colpa se diventa matto solo perché maestrie sacerdoti  non furono abbastanza saggi da insegnargli che l’esplorazione della realtà non ha mai termine, e che siamo degli stronzi a limitarci all’abbicì del mondo. Non è l’LSD la causa del brutto viaggio: ma tua madre, il governo, la ragazza di rimpetto, il gelataio dalle mani sudice, lo studio imposto contro voglia dell’algebra o dello spagnolo, la puzza di un cesso nel 1926, un uomo dal naso troppo lungo quando a te t’hanno detto che i nasoni sono brutti; sono stati i lassativi la causa, è stata la Brigata Abramo Lincoln, la pubblicità della margarina, la faccia di Roosevelt, sono state le caramelle al limone, è stato lavorare in una fabbrica e venirne licenziato perché sei arrivatoin ritado di cinque minuti, è stato per via di quel fregnone che ti insegnava la storia in quinta elementare, è stato per via di quel cane investito da un’auto e nessuno che ti fa da testimonio, è stato per via di tante cose la cui lista verrebbe lunga cinque chilometri. un brutto viaggio? Tutto questo Paese, tutto il mondo sta compiendo un brutto viaggio, amico mio, ma a te t’arrestano per aver ingoiato una compressa. io vado ancora a birra perché, a 47 anni, ho molti ganci conficcati in corpo. Sarei un bel cretino se pensassi di essere sfuggito a tutti i loro trabocchetti e incastri. credo che Jeffers l’abbia detta giusta, quando ha detto, più o meno, stai attento alle trappole, amico, c’è n’é un sacco, e anche Dio c’è cascato in una trappola quando una volta scese su ‘sta terra. naturalmente, molti di noi dubitano che fosse davvero Dio. ma, chiunque fosse, conosceva alcuni discreti trucchi, ma a quanto pare parlava troppo. chiunque può parlare troppo, anche Timothy Leary. pure io. oggi è sabato e fa freddo, il sole sta andando sotto, cosa fate voialtri alla sera? fossi Liza, mi pettinerei i capelli, ma però non sono Liza. bene, ho qui un vecchio numero del National Geographic e le foto sulla carta patinata dan l’idea di qualcosa di vero, qualcosa che accade. Non è così,  naturalmente. in questo caseggiato sono tutti ubriachi. un alveare di persone sbronze in attesa della fine. passano delle donne per la via, sotto la mia finestra. io esalo, sibilo una parola stanca e gentile come “merda”, poi strappo via ‘sto foglio dal rullo e ve lo regalo.


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