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TACI I TUOI PROGETTI


(Tratto dal libro "L'arte del silenzio e l'uso della parola" di Amedeo Rotondi - Voldben)

Amedeo Rotondi
(Voldben)
"Non dire a tutti ciò che hai progettato di fare, poiché se non potrai più farlo, non si rida di te". Questa misura di prudenza è consigliata dall'antica saggezza di Pitagora, secondo quello che di lui riferisce Diogene Laerzio. C'è un detto che afferma: Lo stolto non fa mai ciò che dice; il saggio non dice mai ciò che fa. Il mondo degli uomini potrebbe anche dividersi in ideatori e realizzatori. Ci son di quelli che passano la vita sognando, ideando, progettando e altri chiacchierando. La fervida fantasia mostra loro un mondo non ancora realizzato dove esiste una fantasmagoria di cose di cui gli uomini attingono per i loro progetti. C'è chi si contenta soltanto di questa contemplazione e ne parla, ne parla, ma non realizza niente; si ferma a questa visione beata che lo esalta, mentre c'è chi porta tutti i propri sforzi alla realizzazione di quello che riesce a intuire.
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Questo prezioso scritto di Voldben, che risale al periodo del fascismo, è da includere nella categoria dei grandi saggi che illuminano la via del discepolo spirituale. Come Voldben anche altri ricercatori hanno sottolineato l'importanza strategica dell'uso corretto della parola unito al nutrimento indispensabile del silenzio.
Lo sviluppo di alcune facoltà nobili che, come nel caso citato, rendono fertile il terreno dei nostri progetti, non sono di competenza esclusiva dell'iniziato; molte persone sviluppano spontaneamente determinate facoltà che le porteranno a realizzare i propri progetti e ad avere successo nella vita. Queste metodologie sono innate nell'uomo che sviluppa autocoscienza e questo non deve necessariamente coincidere con il percorso spirituale. Nel caso specifico Voldben vuole offrire al lettore uno spunto di riflessione per cercare di smussare gli angolo della personalità e raggiungere un giusto equilibrio energetico, l'approfondimento invece, riguarda altre tipologie di persone che nella ricerca incontreranno, "l'antico insegnamento", risalendo lentamente il grande fiume fino alla sorgente.

Nelle relazioni umane la prudenza è tra le prime virtù che spesso condiziona le altre, senza la quale alcune di esse si muterebbero in vizio.
"Tutti gli uomini notevoli che ho conosciuto - scrive Maeterlinck - hanno per uso di astenersi nel dar ragguagli su quanto progettano e su quanto creano". E consiglia: "Tu stesso prova, nelle tue povere piccole perplessità di trattenere la lingua per un giorno intero e l'indomani vedrai come i tuoi disegni e i tuoi doveri ti appariranno più chiari".
C'è chi commette il grave errore di parlare dei propri progetti a tutti, delle mete che vuol raggiungere, delle ambizioni che lo tormentano, dei programmi della propria vita. Cose tutte che vanno gelosamente taciute e custodite nel proprio intimo, anche per conservare ad esse, integra, tutta la forza di propulsione realizzatrice che, altrimenti, va perduta. Così essi, non sapendo nel silenzio contenerla, non arrivano mai a concludere nulla, rimanendo interiormente svuotati. Restano soltanto molte parole e tanti sogni: la cenere di un fuoco inutilizzato.

Fra i due naturalmente è preferibile chi agisce e porta sul piano della realtà umana ciò che altrimenti ne rimarrebbe fuori.
Il numero dei realizzatori è piuttosto esiguo rispetto a quello dei sognatori. La ragione è che per realizzare ogni impresa, grande o piccola, sono necessarie doti che mancano a molti. Per parlarne, invece, basta solo la lingua. E questa si muove proprio in proporzione inversa alla capacità realizzatrice dell'uomo.
La prima dote di ogni realizzatore è la capacità di far convergere tutte le proprie energie verso il raggiungimento di un solo scopo. Questa capacità di concentrazione richiede virtù che molti non posseggono: intelligenza, misura, pazienza, scelta di mezzi, del tempo, selezione di collaboratori. Il tutto manovrato da una forte volontà.
 Il parlarne disperde in mille rivoli questa forza, svuota interiormente, rallenta e disperde la concentrazione dello sforzo, mentre il silenzio la fortifica; gli serba tutta la carica di propulzione necessaria all'attuazione, evita il pericolo di far restare il progetto allo stadio del solo compiacimento di averlo ideato.
E poi c'è anche l'altro inconveniente, non trascurabile, che parlando dei propri progetti, si mettono in moto le forze negative di invidia e gelosia che sono negli altri uomini. Queste, agitate, spesso riescono a stroncare ciò che si era sognato di realizzare.


Vorrei arricchire ulteriormente questa profonda riflessione citando alcune parti del libro "l'INIZIAZIONE" di Rudolf Steiner: "Di particolare importanza per l'educazione del discepolo è il modo in cui ascolta gli altri quando parlano. Quando qualcuno esprime un opinione, e un altro lo ascolta, nell'interiorità di questi sorge in generale un sentimento di approvazione o di opposizione. Molti si sentiranno subito spinti a esternare il loro consenso e soprattutto la loro opinione contraria. Il discepolo deve mettere a tacere ogni simile approvazione e opposizione. Non si tratta per lui di modificare a un tratto il suo modo di vivere, per cercare sempre di conseguire tale completo silenzio interiore. Dovrà iniziare esercitandosi in alcuni casi da lui deliberatamente scelti".


Steiner prepara il discepolo spirituale, indicando con estrema precisione le stazioni fondamentali da raggiungere in modo che la forma animica possa sviluppare determinate qualità, fondamentali alla riuscita del processo di spiritualizzazione che porterà il discepolo a contattare, quello che viene definito "mondo soprasensibile". Aggiunge scrivendo: " Certo occorre per questo una severissima autodisciplina, che però conduce a un'alta meta. Se dunque questi esercizi vengono eseguiti insieme agli altri già descritti che riguardano i suoni della natura, si sviluppa nell'anima un nuovo udito. Essa diventa capace di percepire dal mondo spirituale comunicazioni che non trovano espressione nei suoni esteriori percepibili per l'orecchio fisico. Si desta la possibilità della 'parola interiore'. Delle verità si rivelano a poco a poco dal mondo spirituale al discepolo; ed egli ode che si parla in modo spirituale".










 










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