La maggior parte delle persone si domanda quale sia il modo "migliore" di agire che permetta al movimento di fluire senza alcun attrito. Nei momenti in cui la vita ci sottopone alle sfide più difficili ed esasperanti ci troviamo spesso nella condizione di dover agire nell'immediatezza di una circostanza che può determinare un drastico cambiamento di eventi in una successione che modificherà per sempre il nostro stile di vita.
Io stesso mi sono posto questa domanda per molto tempo e poi ho cominciato a comprendere che esistono non più di tre modi di agire uno dei quali è in definitiva la base di un'"arte di vivere" accessibile solo a chi abbia sviluppato un alto grado di saggezza.
In questo articolo vorrei rendere accessibile a tutti il pensiero di Bert Hellinger al riguardo di questo ricorrente punto di domanda.
Tramite queste parole Hellinger vuole sottolineare l'importanza strategica dell'azione e la differenza abissale che c'è tra l'azione personale, istantanea, quella guidata e l'azione che segue un cambiamento naturale ed inevitabile. Nessuna delle tre tipologie ha la presunzione di risultare migliore rispetto alle altre, ma rimane pur sempre aperta una nuova domanda sulla qualità dell'effetto e la durevolezza che queste possono avere nei confronti del futuro.
Vi lascio quindi a questo breve scritto che presumo possa essere di aiuto.
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AGIRE
E' possibile agire in due modi. Se sappiamo cosa accade e se riusciamo cautamente a intervenire portandolo a termine. In questo caso agiamo personalmente.
Tuttavia agire significa coinvolgere altri nell'azione insieme a noi e al posto nostro. In questo caso agiamo soprattutto fungendo da guida.
Esiste un terzo modo di agire. Attendiamo finchè qualcosa accade. In questo caso siamo inattivi? Al contrario. Agiamo in armonia con un movimento che è già in corso, fidandoci della forza di tale movimento. Esso giunge alla meta proprio perchè gli cediamo il campo e la guida.
Questo movimento è contrario a quello in cui agiamo da guida. In questo caso consentiamo al movimento di guidarci e proprio per questo, diventiamo parte di esso. Quindi questa rinuncia ci rende attivi.
Questa rinuncia è l'atteggiamento interiore di intervenire senza agire. Talvolta tale rinuncia si rivela l'azione più efficace. Allo stesso tempo richiede la massima presenza e apertura e costa molta fatica.
Dove troviamo la forza? Nei nostri viaggi interiori, sulla strada verso l'armonia con questo grande movimento. Apparentemente restando inattivi ci mettiamo all'opera, quasi senza dare nell'occhio. Solo il risultato è evidente.
In questo modo evitiamo l'azione personale e l'azione attraverso una guida? L'azione personale può essere abbinata all'azione in armonia. Anche agendo personalmente attendiamo di essere in armonia con il movimento che precede l'azione.
Lo stesso vale per la guida, anzi per essa in particolare. Solo chi guida in armonia con un movimento già iniziato e con la sua direzione, trova il seguito di cui ha bisogno l'azione.
Ovviamente hanno successo anche l'altra azione e l'altra guida. Tuttavia ci dobbiamo chiedere: sarà un successo duraturo? E quanto bene produce? E a che prezzo?
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